(InsideOutMusic / Sony) L’anno scorso la band di Ian Anderson tornò con un nuovo album, “The Zealot Gene” (recensione qui), il primo dopo quasi vent’anni. Un ritorno quindi, una nuova vena creativa di Ian che tendeva ad essere un po’ meno prog del solito, puntando verso una direzione dal sentore folk. Quando uscì “The Zealot Gene”, questo nuovo e ventitreesimo album era già in lavorazione… ed ecco che quella tendenza folk ora esplode in tutta la sua magia, la magia che la voce iconica e il flauto incantato di Ian qui trasmettono con un’energia illimitata. Tutto sembra nascere dal cognome di Ian, quel tanto ‘nordico’ Anderson (spesso ‘Andersson’ nei paesi scandinavi): l’artista ha voluto indagare sulle sue potenziali origini scandinave, andando fino in fondo, fino all’analisi dello stesso DNA! Sembra dunque che le origini della famiglia di Ian siano da ubicare nei Balcani, con una conseguente migrazione durante il Neolitico attraverso l’Europa occidentale e forse verso nord, fin su in Scandinavia. Ian ha poi approfondito ulteriormente, lasciandosi infine coinvolgere da quelle culture (che tanto affascinano gli amanti dell’heavy metal), da quelle tradizioni, dal politeismo e dal paganesimo nordico, da tutte quelle possenti forme divine, da quella visione del mondo, dando vita a questi dodici brani ispirati a personaggi, ruoli e culti di quell’epoca tanto affascinante quanto in qualche modo misteriosa. Quasi cinquanta minuti di rock vigoroso ma sognante, di ritmi pulsanti ma arricchiti da una delicatezza folk e narrativa, di melodie superlative scolpite dal flauto e dalla chitarra elettrica. Folklore, storie, mitologia, racconti, la perfetta combinazione che “RökFlöte” connette grazie alla voce ed al flauto di Ian, quasi come se questo album stesse aspettando Ian Anderson fin dall’alba dei tempi: forse una della massime espressioni artistiche dei Jethro Tull, in quanto a concetto ed interpretazione. Il tutto, ovviamente, con l’incanto di quell’iconico “RökFlöte”, di quel mistico flauto che ora accompagna anche le melodie del… ‘Ragnarök’!
(Luca Zakk) Voto: 9/10