(Super Strong) Può capitare di ascoltare in loop un album da recensire, cioè di farlo partire e poi nuovamente ad ogni sua fine. Mi è capitato con questo lavoro dei transalpini Jizzlobber, il quale dopo questo ossessivo reiterare dell’ascolto mi ha trovato dubbioso sulla materia del quale esso sia composto. Che genere? Che sound hanno maturato in questo debutto i Jizzlobber? La risposta è incerta, perché le direzioni del sound sono diverse. “2.20 AM” mi ha fatto pensare ai Down e comunque nell’EP si odono scenari sparsi legati ad un ipotetico southern groove metal, penso anche ai Black Label Society , addirittura i Faith No More (in “Hamming Code”, per non parlare del nome della band che riprende, non so se volutamente, proprio una loro canzone) e tuttavia c’è lo sludge di “Interceptor” e in “Glorious”, c’è la derivazione di alcune cose dei Neurosis, ma più di tutto ci sono distorsioni spesse, corpose, un basso che borbotta con calma e decisione e un batterista che mena colpi, ma con stile. Il cantato è vetriolo. Le melodie si srotolano tra forza, sinuosità da sole del deserto che arroventa ogni cosa e un groove che ti fa pensare quanto siano metal (“Nerd” su tutte le altre quattro canzoni) nelle loro diverse sfumature. Un esordio dunque avvincente e per esserlo i Jizzlobber non ci mettono nemmeno 25’!
(Alberto Vitale) Voto: 7/10