(Street Symphonies) Inconsueto trovare una one-man band nello scenario hard rock, di solito popolato da bands -piccole gangs- composte da personaggi sconvolti, emblematici, esplosivi. Ma l’italiano John Dallas farebbe tutto da solo, anche se per la registrazione gli strumenti sono rigorosamente assegnati ad ospiti anonimi. Fa tutto da solo, e risulta accattivante, coinvolgente, dando vita ad un hard rock tradizionale, puro, intenso, molto melodico. Dentro queste tracce c’è metallo fresco, hard rock pulsante, inneggiante al sound storico di bands come Def Leppard, antichi Bon Jovi (i quali ispirano parte del moniker), Firehouse ma anche qualcosa di più moderno, di hard rock scandinavo, come quello degli Hardcore Superstar. Una voce possente e tagliente echeggia attraverso le nove canzoni, mentre riffing colossali e assoli eccitanti creano uno scenario fantastico che trova sempre un accento epico sugli ottimi ritornelli. “Under Control” è melodica e affascinante. “Heaven Is” è graffiante, offre un sound più pesante che ricorda certi episodi più recenti dei Winger. Tuonante “Falling”, dove John offre una performance vocale fantastica, mentre la travolgente title track non lascia respiro con la sua elettricità scatenata. Potente e sensuale “Electric”, con quel ritornello assolutamente fantastico, pensato per un pubblico da arene. Non manca la provocante power ballad (“Freedom”) mentre emerge un rock’n’roll sfrenato con “Psycho Game”. La chiusura è affidata a “Love’s Fake”, un pezzo pesantissimo, quasi uno sfogo, ricco di elettronica ed una superba violenza sonora. Un hard rock tradizionale, maledettamente ottantiano, prodotto perfettamente che nega la ricerca della versione moderna di questo genere: qui c’è tutta la potenza del metallo, tutta la spudorata energia dell’hard rock in una inarrestabile atmosfera tipica del glam. Io lo dico da tanto tempo: i generi cambiano. I nuovo ammazzano i vecchi. La nuova moda sovrasta la vecchia. Succede con tutto. Successe con il grunge che annullò l’hard rock. Ma tanti generi “successivi” sono scomparsi. L’hard rock è più vivo che mail. John Dallas non fa altro che confermare questa teoria!
(Luca Zakk) Voto: 8/10