(Hammerheart Records) Un suggestivo black metal atmosferico, melodico, intenso, arricchito da dettagli blackgaze e forse anche post rock. Dalla Svezia, nella natura, nel folklore antico, dentro un misticismo d’altre epoche. Una one man band con due dischi all’attivo che ora diventa un trio, amplificando lo spettro sonoro, intensificando la potenza… ma anche quella malinconia di fondo che riesce a rendere più emozionali questi sette avvolgenti brani, questo “Tundra” che narra di antiche divinità della mitologia svedese incrociate con le moderne lotte di potere, evidenziando gli odierni problemi che sorgono con chi detiene l’autorità, con chi controlla la società e la mente di individui costretti ad affrontare grandi delusioni, verso un cammino di ribellione, un naturale sfogo che esploderà spontaneo quando certi limiti saranno stati fin troppo violati. Tempi mai tirati, un black profondo che dal blackgraze prende atmosfera e senso nostalgico, mentre è di derivazione rock e post rock il resto degli arrangiamenti suggestivi e poetici, poi qui inglobati intendenze più pesanti, più ruggenti, più penetranti. C’è rabbia ma anche spiritualità in “Vilddjurets Hjärta”, oscura e pregna di disperazione “Mara”, pulsante e travolgente “Själens Död”, imprevedibile “Kyla”, poetica “Snöfödd”, imperscrutabile la conclusiva title track, assolutamente coinvolgente “The Fall”. Profondità poetica, black metal ricco di atmosfere sognanti, il tutto con assoli e melodie dal tocco palesemente svedese alle quali è semplicemente impossible resistere: una colonna sonora assolutamente perfetta per il clima autunnale!
(Luca Zakk) Voto: 8/10