(Karisma Records) Band di Oslo, al secondo album, che annovera personaggi che militano o hanno militato in progetti quali Tusmørke o Black Magic. E questa premessa rivela immediatamente di cosa stiamo parlando: prog, puro prog, prog melodico, intenso, delicato ma sopratutto magico! Folk che si intreccia con gli anni ’70 e con uno stile di vita libero, marcatamente hippie, tra natura e organi Hammond, tra foreste e apparecchiature analogiche, tra racconti fantasy ed amplificatori a valvole. La musica degli Jordsjø è estremamente curata, infinitamente ricca di teorie melodiche e si colloca tra la colonna sonora di pellicole horror italiane e la libertà stilistica di bands come i citati Tusmørke o i superlativi Wobbler (recensione qui). Impossibile non percepire una radice appartenente proprio ai Tusmørke con la magica opener “Stifinner”, mentre il vero prog di questa band appare con la curatissima “Solens Sirkulære Sang”, brano con keys e chitarre di altissimo livello che riesce a far pensare pure agli Orne. La chitarra acustica diventa pura arte con l’intermezzo “Septemberbål”, mentre i flauti tessono la struttura di un incantesimo melodico con “Mine Templer II” ed il folk che trasuda dalla lunga “Til Våren”, prima di una dimensione di puro sogno con la stuzzicante e conclusiva “Ulvenatt”. Strumenti quali chitarre acustiche, flauti, Hammond che si fondono ed intrecciano per creare scenari idillici, i quali spaziano dal jazz al rock atmosferico, dall’impostazione teatrale alla musica pensata per il mondo cinematografico. Romantici. Suggestivi. Melodici ed assolutamente celestiali!
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10