(Frontiers Records) Non riposa mai Jorn. Canta. Fa concerti. Fa album. Instancabile corvo nero, non passa anno senza una o due delle sue release, una o più partecipazioni al altri progetti, una o più tourné. “Traveller” è il primo vero album di inediti dopo il bello “Bring Heavy Rock To The Land” -in quanto la parentesi di “Symphonic” era una sorta di greatest hits in chiave orchestrale- e si orienta senza alcun dubbio su un metal melodico pesante, grintoso, graffiante. Manca una certa originalità nel disco, quei dettagli unici che hanno reso grandiosi dischi come “Worldchanger” o il più recente “Spirit Black”, in quanto lo stile di Jorn non cambia mai direzione, e cerca sempre di creare quelle melodie perfette per dar sfogo alla sua voce micidiale. Su “Traveller” comunque si notano certi dettagli diversi: intanto non è certamente un album creato solamente per far cantare Jorn. Anzi… spesso la band viene evidenziata, sia dal punto di vista della produzione che da quello dello spazio libero offertole; “Traveller” sembra quasi un album di una “metal band” piuttosto che di un cantante metal con la sua metal band. Questo certamente non toglie spazio all’ugola del grande cantante, ma offre certamente una visione più globale della sua musica, concepita come d’insieme anziché come supporto alle sue dote vocali; considerando la line up (che vidi due volte dal vivo!) posso capire perché alla musica sia stata data una particolare enfasi, dove trovano spazio ottimi assoli, sempre incastrati in un groove micidiale, supportato da una divisione ritmica infallibile. “Un altro” dettaglio che noto nell’ascolto di questo disco è il crescente tributo a Ronnie James Dio che Jorn continua ad offrire. Non solo ci sono pezzi chiaramente dedicati al mitico singer, come “Cancer Demon” e la stupenda “The Man Who Was King”, ma ci sono certe canzoni, come la opener “Overload” e la tertra e doomeggiante “Carry The Black”, dove Jorn veramente si avvicina al modo di cantare del grande illustre “mentore”. Un disco che non risulta immediato come tanti altri. Servono diversi ascolti per sentire “dentro” le melodie e l’impressionante performance vocale. Alla fine pezzi come “The Man Who Was King”, la super cadenzata “Make Your Engine Scream”, la potente “Legend Man”, la melodica “Rev On” trovano il loro spazio, e crescono dentro l’ascoltatore. Un disco pieno di risvolti, da ascoltare con cura, un disco nel quale ricercare dettagli e spunti. Sempre basato sulle vere passioni di Jorn, tra queste i motori, “Traveller” scatena potenza ed energia. Registrato in maniera sublime, con tutti gli strumenti messi in ottima evidenza, si rivela essere un nuovo ulteriore manuale di heavy metal. Una nuova lezione dalla cattedra del metallo, cattedra che il poderoso singer Norvegese si è guadagnato, e continua a garantirsi, offrendo performances immense, musica sincera, schietta, dannatamente efficace.
(Luca Zakk) Voto: 7/10