(Ruton Music / Ektro) Jussi Lehtisalo -il proprietario della Ektro- ha deciso di conquistare il mondo. Non bastano i Circle, non bastano gli innumerevoli altri progetti che portano la sua firma, o che vantano la sua partecipazione, progetti con svariate e frequenti uscite, alcune recenti (Dekathlon, qui – Lazer Angel, qui): eccolo tornare anche con il progetto che porta il suo nome diretto, una delle tante release, sulla scia di “Spectrum” uscita circa un anno fa (recensione qui). Tuttavia questa ‘scia’ non esiste veramente e questa dichiarazione è quasi una bugia: certo, è sempre Jussi, ma nonostante il ‘moniker’ sia lo stesso, la musica è tutt’altra cosa e prende la stessa direzione adottata dalla sua label, ovvero quella che si concentra su una reincarnazione musicale in chiave synth. “Dead” è una forma di debutto stilistico (per Jussi solista, non certamente per il Jussi in tutte le altre bands) e si orienta su purissima musica digitale elettronica, tra l’altro nemmeno simile ad una delle altre creature elettroniche che lo vedono coinvolto, ad esempio i Televisio (qui): questa è una forma di devastazione ed orrore che esplode in una prigione digitale costruita su una dimensione parallela principalmente ad 8 bit, con occasionali synth vocali (in oscuro finlandese) che fanno sperare in una visione avanzata, aggiornata a 16 o 32 bit, una speranza che viene poi inesorabilmente disintegrata e respinta indietro verso qualche meandro di fretta e remota memoria dimenticata dal processore centrale. Secondo l’artista qui non c’è nulla di catchy, ballabile o con pulsazioni amichevoli, in quanto troppo semplice per il futuro in corso di svolgimento. Secondo me, invece, siamo di fronte a quaranta minuti di libertà stilistica elettronica, ricca di teatralità, di gioia, di tristezza, di relax, di ansia, di luce, di oscurità. Di arte moderna.
(Luca Zakk) Voto: 8/10