(Scatti Vorticosi Records) In fin dei conti fa piacere ascoltare un album che peschi dall’emo, il metalcore e post hardcore ma realizzato in Italia. Jx Arket sono di Torino e “Meet Me Abroad” è in tendenza con certe produzioni europee, americane e australiane assemblate con cose citate appunto in apertura. Lavori che presentano hardcore storpiato, suonato a volumi imponenti, virato verso le storture post, alternative, emo, metal. Melodie e irruenza che si alternano e fanno a spintoni tra loro. Un modo di suonare gradito alle nuove generazioni. Giovani anche i torinesi Jx Arket e non per questo meno bravi di certe nuove formazioni. La band vede il mondo attraverso la rabbia, filtrandolo con testi urlati e un tessuto di chitarre che lavorano su più aspetti. Non c’è soltanto un riffing ritmico frenetico, ma anche ricami, polifonie e contro-riff. Viene in mente “Day Off” in questo senso. L’uso dell’arpeggio rende alcuni momenti fruibili, più in generale però avere due chitarristi che oltre a doppiarsi mostrano ognuno una direzione diversa, per esempio fraseggio l’uno e arpeggio l’altro, ritmica l’uno e assolo l’altro, significa ricchezza e quanto meno personalità compositiva. La sezione ritmica vede tanta irruenza nella batteria, Marco Mei sembra più un picchiatore, ma senza volerlo sminuire, mentre per il basso ahimè è troppo coperto. La band mostra dei momenti nelle proprie canzoni dove avvengono delle vere e proprie progressioni, siano esse a salire di ritmo e di intensità, sia per quelle in cui si lancia in melodie prive di distorsioni o atti pseudo rock. La seconda parte dell’album è più vivace, meno ripetizioni e un volere osare che determina distinzioni nette.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10