(Nuclear Blast) Confesso che pur avendone sentito parlare, non ho mai avuto modo di ascoltare prima d’ora qualcosa dei Tedeschi Kadavar; mi sono perso qualcosa di molto interessante. Il loro sound affonda le radici negli anni ’70 e prendono spunto da bands quali Black Sabbath, Hawkwind, Led Zeppelin e Blue Cheer, con chitarre sature, riffs pesanti, un drumming variegato e una voce calda e potente di matrice stoner. Non conoscendo la loro discografia, questo live mi da la possibilità di ascoltare i brani più rappresentativi del loro repertorio, conquistandomi con le loro atmosfere retrò potenziate da sonorità moderne e da una produzione potente e cristallina. Mi ha particolarmente impressionato il brano “Broken Wings”, blues malato e contaminato da un mood psichedelico e disturbante. “Come Back Life” ha un riff ipnotico sorretto da un basso pulsante e linee vocali sognanti e aggressive allo stesso tempo. La lunga “Purple Sage” risente pesantemente delle sonorità space rock degli Hawkwind e si candida a essere tra i pezzi più interessanti dell’intero lavoro. Le tre canzoni elencate sono tutte nella parte centrale del lavoro, mentre in apertura sono stati preferiti i brani più diretti come l’opener “All Our Thoughts”, dal riff a metà strada tra Black Sabbath e Black Crowes o la ritmata “Doomsday Machine”. La conclusione è affidata a “Forgotten Past”, che nonostante sia piuttosto lunga è una canzone dinamica, dall’incalzante riff sabbathiano. Mi sento di consigliare questo live album sia a chi già conosce la band e la apprezza che a chiunque voglia addentrarsi in queste sonorità.
(Matteo Piotto) Voto: 7/10