(Volcano Records) In oltre dieci anni di vita, gli italiani Kani ne hanno combinate tante. “Trouble” è il loro terzo album, ma dal precedente “Badass” (recensione qui) c’è stato un certo avvicendamento nella line-up: il chitarrista è cambiato e sotto i ferri sono passati ben due vocalist, l’ultimo dei quali, Nik, è quello che grida come un pazzo in questo nuovo travolgente disco. Ma in questo caso, anche se i fattori cambiano, il prodotto rimane invariato, ovvero quello che ci si aspetta da una band scatenata, casinista e deliziosamente alcolica, idea confermata dal sample posto all’inizio della opener “Freestyle”, ovvero il contagioso rumore dell’apertura di una bottiglia di birra. Zio Lemmy, che riposi poco ma in ‘pace’ tra puttane ed alcolici (per l’eternità!), rimane il riferimento principale per i Kani, i quali travolgono l’ascoltatore con un heavy punk rock pieno di fretta, rumoroso, roba che pesta, che fa muovere e che fa venire una dannata voglia di… provate ad indovinare… BERE! Tagliente e veloce “Freestyle”, canzone dotata di un assolo cazzuto. Il bassista violenta le corde sulla spericolata “Rotten Man”, mentre “Crazy Boat” si abbandona a sonorità tra punk e hardcore. Blues sballato con “Running Love”, furia cieca su “Vagina Pectoris”, rock’n’roll ad un milione di BPM con “Just for Fun”. I Kani strizzano l’occhio al thrash vecchia scuola con la bellissima “Die Fast” e riescono pure ad apparire quasi romantici sulla favolosa heavy ballad “Salary Day”, altro pezzo coronato da ottime chitarre soliste. La conclusiva title track si spezza in tre capitoli: il blues pesante di “Now”, l’agitazione di “Here” e il boogie punk completamente ubriaco di “It’s Not”. Sembra un cliché, anzi lo è, ma di questi devastati si può solo dire che… sono i Kani… e che suonano -con una fretta dannata- del sano rock’n’roll!!
(Luca Zakk) Voto: 8/10