(AOP Records) I Karg nascono da ciò che era una one man band creata nel 2006. Oggi sono un collettivo ben rodato con diversi album pubblicati e un target musicale che vuole combinare l’atmospheric black metal con il post metal e tendenze punk nonché shoegaze. Prediligono composizioni dilatate, allungate nei tempi. In esse poi vengono generate melodie struggenti e tipiche di un modo di essere post metal dalla forte impronta malinconica. I blast beat o sfuriate delle chitarre, non mitigano proprio questa deriva post black e hardcore ormai consolidata nella mente degli austriaci. Circa cinquantacinque minuti di temi melodici, espressioni ritmiche vivaci e marcate, chitarre che graffiano e riempiono le atmosfere e del resto avviene perché sono tre in formazione. Il cantato del bassista Michael J.J. Kogler è urlato e disperato a tratti. La vocalità esasperata e le melodie, si trovano tra le bordate chitarristiche poderose, rocciose o da ricami in tremolo e arpeggi di sorta. In questo turbinio spicca il mid tempo di “Yūgen” e trame chitarristiche non troppo irruente e una struttura meno prevedibile del solito. Un brano forse anche ‘festoso’ come ‘Reminiszenzen einer Jugend’, nel senso che entrambe sono composizioni meno drammatiche e sofferte delle altre insieme a “Kimm”. I Karg sono incalzanti, vivaci, abiuli a tessere le proprie trame chitarristiche ben accompagnate dai pattern ritmici. Questo clima malinconico e denso di afflizione alla lunga stanca ma è il marchio di fabbrica che si sposa a testi sulla vita e il suo corso.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10