(Nuclear Blast Records) Kataklysm sono da tempo un compromesso tra thrash e death metal e i loro album, da oggi quindici in totale in oltre trent’anni di attività, sono lo spazio nel quale la band confeziona la coesistenza tra i due generi. Dal vivo i Kataklysm sono una macchina distruttrice dalle maniere possenti, devastanti e di taglio death metal, con intermezzi scanditi, stile Machine Head, ma fluenti e coinvolgenti tipici del thrash metal. “Goliath” è tutto questo e con annesso groove che deborda un po’ ovunque. I pattern ritmici sono una trama che si espande tra i pezzi, non necessariamente indirizzati a doppiare le chitarre ma spesso a creare l’elemento di contrappunto. Il precedente album “Unconquered” (QUI recensito https://www.metalhead.it/album/kataklysm-unconquered/) di tre ani fa, non si discosta per stile da “Goliath” e quest’ultimo non si palesa in maniera diversa dal suo predecessore. Stesse fattezze, però i canadesi forse esprimono il loro dinamismo migliore, con soluzioni che portano a emergere un lato melodico con parsimonia ma ben assestato nei pezzi. “Bringer of Vengeance” è un buon esempio di quanto scritto prima, come anche “Gravestones & Coffins”, mentre “From the Land of the Living to the Land of the Dead” è una bordata di melodic death metal. Per quanto chi scrive ammetta l’equivalenza di stile tra questo album e il precedente, dunque al netto dei discorsi si può affermare che non ci sono sostanziali novità da parte della band, però “Goliath” consuma energia in maniera oculata, come se i dettagli, gli arrangiamenti, i cambi di passo oppure l’evolversi del riffing, rappresentino una forma migliore da parte della stessa band. Un album limato con attenzione, aiutato da una produzione perfetta che probabilmente anche dal vivo suonerà impeccabile. Alla fine dell’album, quando “The Sacrifice for Truth” si esaurisce, si resta svuotati da come Maurizio Iacono e soci riescano a proliferare potenza e abilità in questi circa quarantuno minuti totali.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10