(Peaceville Records) Succede anche che nel 2020 ti capita di recensire un live senza pubblico. E ti accorgi già scrivendolo, che in fondo non è poi così strana la cosa. Perché in effetti ci sono seppur rari gruppi che ancora incidono in presa diretta. Ascoltare “A Matter Of Life And Death” degli Iron, il cui suono suona live sin nelle ossa, nella struttura e nell’anima di un album che all’epoca, non a caso, si scelse di riproporre dal vivo per intero. E allora ti chiedi quanto diverso possa essere questo cd nel principio, e la risposta è ‘nessuna differenza’. Cambia solo il fatto che questo è un best of, una raccolta di brani interpretati in un modo che sin dal primo ascolto non mi sono stupito di considerare niente meno che splendido. Il calore trasmesso da un gruppo che registra all’unisono è ormai un ricordo per più del 99% dei dischi, e qui la differenza rispetto al resto del mondo della produzione metal si fa sentire in tutta la sua prepotenza e in tutto il suo imbarazzo. Perché alla fine, per approcciarsi davvero a questo album, conviene vederlo come il nuovo album dei Katatonia, in tutta la loro splendida forma. Sentire “My Twin” in questa veste sonora è da lacrime di gratitudine per un gruppo che a maggio ha registrato un assoluto capolavoro di dedizione alla musica, a tre decenni di musica, a tre decenni fatti di autentiche gemme in una diadema discografico degno di un Re. I nostri si sono cimentati in un’esperienza sonora autentica, sentita, vissuta, dotata di una sonorità e di una intimità uniche. Qualsiasi dubbio sul valore solo commerciale di questa uscita discografica, di cui io ero un sostenitore, si è tramutato in una stupenda sorpresa.
(Enrico Medoacus) Voto: 10/10