(Concorde Music Company) Harri Kauppinen era il front man dei finlandesi Beyond the Dream, band di metal/rock gotico, scioltasi a fine 2014. Ora Harri riparte da zero e, sempre in chiave estremamente oscura, cattura quella direzione decisamente gotica, ci inietta una overdose di atmosfera, dando vita a questo debutto come solista. Undici tracce malinconiche, tetre, costellate dal profumo dell’autunno, baciate da frasi ricche di amori tristi, di sentimenti decadenti, di riflessioni rassegnate… il tutto reso ancor più intenso dalla emozionante dalla voce di Harri, il quale in questo disco si occupa anche di chitarre, bassi e tastiere, invitando comunque vari ospiti per dar vita al suono che la sua mente è riuscita a concepire. Infatti alla batteria c’è il band mate della precedente esperienza, ovvero Rolf Pilve, mentre al piano (e pure alcune keys) sempre l’ex collega Otto Närhi. Il chitarrista dei Beyond the Dream qui offre delle backing vocals, mentre altri ospiti danno spazio a strumenti veri, e non sintetizzati, come come il sensuale violoncello. Anche la sequenza delle tracce sembra prendere vita come un libro aperto: basta osservare la copertina che mostra un Harri nel bosco mentre sta scrivendo le sue memorie con una macchina da scrivere, per percepire quella teatralità inserita nell’intro ed in vari break nel corso di quasi quaranta minuti di musica: sembra quasi un testamento spirituale scritto con ispirazione e consegnato alla natura per l’eternità, direttamente nelle mani del vento. E in quell’autunno, nel freddo di sentimenti inespressi, “Helvetin Laulut” risulta essere un album estremamente caldo, sia per la qualità dei suoni, che per la composizione intelligente e curata, che per la voce dell’artista che qui canta solamente in lingua madre; un album che è un abbraccio inaspettato nell’infinità di una natura fredda e senza limite. Cupo. Inteso. Espressivo. “Canzoni dall’inferno” è un album assurdamente rilassante, perversamente coinvolgente, subdolamente tetro;
(Luca Zakk) Voto: 8/10