(Morningstar Music / Back on Black) Ne è passato di tempo. Anzi, dal 2010 in poi solo tre album, questo “Kartharsis” che fa seguito all’ottimo “Epistemology” uscito ormai otto anni fa (recensione qui)! Prosegue quel concetto che sembra quasi la one man band di Obsidian Claw (ovvero Arnt Grønbech), artista che non solo ha fondato il gruppo nel lontano 1995, ma oggi la colonna portante, il chitarrista, il tastierista ed il vocalist della band… quest’ultimo ruolo già a partire dal precedente album, in seguito alla dipartita di Thebon (il quale nel 2004 prese in questa band il posto di Attila Csihar!). Dietro una copertina auto celebrante, Obsidian regala un disco epico… con in copertina proprio se stesso (a conferma di quanto appena scritto….), un album ricercato, album scorrevole, tra death e black, tra teatralità e idee sinfoniche. Incisiva ”Katharsis”… mentre “Hellride” vien arricchita da un percorso penetrante favoloso. Poco respiro con “The Omn”, intrattiene e provoca “War Of The Wyrm”, superlativa e travolgente “From The Stars And Beyond”. Oscura e suggestiva “Journey’s End“, black alla massima potenza con “The Obsidian Expanse”, mentre è favolosa e infinitamente groovy “Throne Of Execration”, prima del congedo rappresentato da “The Eternal Swarm (Outro)”. Una band che rifiuta di morire, che torna sempre, anche con quell’appiglio, con enfasi, con voglia di seguire nuovi percorsi. Forse il loro disco più epico e coinvolgente, una perfetta continuazione… -o evoluzione- di “Epistemology”. Un lavoro tuonante, tematicamente in grado di soffermarsi sui dettagli, su ogni emozione umana, su ogni convinzione creata dalle menti appartenenti alle società degli uomini.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10