(Geenger Records) Musicisti rognosi, cagnacci dell’hardcore-noise-metal, i Kevlar Bikini sono ritornati con un album stringato ma carico di rabbia, espressa con un ragionato lavoro in studio. Non proprio un sound spartano quello dei Kevlar Bikini ma neanche troppo pettinato. Si sente la produzione curata, la quale permette al basso di emergere e di misurare l’intensità della batteria. Accorgimenti architettonici che alla lunga non snaturano l’attitudine rabbiosa della band di Zagrabia. Anzi, la produzione valorizza le dissertazioni della band e i momenti meno caotici. Buono il lavoro delle chitarre di Mario Balta: armoniche, allegre, vivaci, ringhianti nei momenti opportuni e ligie nel creare in ogni pezzo una linea melodica evidente. Già due album e adesso questo “Rants, Riffage and Rousing Rhythms” sfornato con una formazione che diventa un trio, ma che non smarrisce i percorsi originari e neppure perde di vista quelli che hanno portato i croati ad avanzare nel tempo. Dieci pezzi anche con momenti di semplicità, come il punk di “Nailbiter Blues”, eppure nessuna banalità è concessa. “Homo Rattus” per quanto suoni accattivante in certi passaggi, risulta essere una costruzione anche ambiziosa, visto che il trio sfonda i cinque minuti di durata del pezzo, quando gli altri si tengono in un intervallo sotto i tre e poco più su dei tre e mezzo. I Kevlar Bikini accelerano e pompano adrenalina e irriverenza, per come la voce arsa e sforzata di Balta, ora anche cantante, scartavetra le linee melodiche dei brani.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10