(Barhill Records) Debutto coi fiocchi per questo combo tedesco, se si esclude l’EP del 2016… diciamo pure che i nostri hanno avuto la fortuna di essere finiti sotto le amorevoli mani del sottoscritto, fan di indecifrabile misura di Maynard & Co. E infatti al primo ascolto non si può nascondere tutta una serie di rimembranze che riporta ai Tool della prima parte della loro discografia, naturalmente con tutte le cautele da usare per simili paragoni. Ma gli elementi in comune sono, per fortuna, tanti tra le due band, a partire da un sapiente e massiccio uso del basso, una voce che palesemente prende ispirazione il cantante dei Puscifer, riff diretti ma ponderati e precisi, per non parlare di ritmiche atipiche e per nulla banali. Il bello del lavoro è che, pur ispirandosi apertamente al gruppo americano sopracitato, i tedeschi riescono a mantenere una buona dose di personalità e identità, cosa assolutamente essenziale se si vuole avere la benché minima attrattiva nei confronti di un pubblico che, visti gli scenari sonori proposti, risulterà piuttosto esigente.
(Enrico Medoacus) Voto: 9/10