(Avantgarde Music *) I britannici Khazad-Dûm pubblicano il primo album, dsei anni dopo un EP intitolato “Stones of Sorrow”. Il duo di Reading, ovvero Daniel Scrivener e Matther Surry, multistrumentista il primo e cantante il secondo, sparano un doom metal implementato da robuste dosi di death e black metal. Un ambiente oscuro il clima che avviluppa i pezzi, cinque in tutto che pronuncia punte di un’epica maestosa con ascendenze esotiche di tipo neo-asiatiche. Tra momenti vocali e strumentali di questo tipo, emergono anche inni che sembrano ruotare attorno epoche antiche e rituali ignoti. In realtà la band dal punto di vista testuale e dunque concettuale, nonché di riflesso anche musicale, approfondisce temi attorno alla letteratura di J.R.R. Tolkien. Questo spiega la maestosità e l’ampio taglio epico, dal clima comunque oscuro, forse ostile e nefasto quanto epiche avviluppa l’intreccio tra doom, black e death metal. Un lavoro cavernoso, perso in lande inaccessibili e segnate da un’epica a noi ignota. “Hymns From The Deep” tratteggia atmosfere imponenti, spesse e cariche di situazioni creative legate a mondi avulsi dalla nostra realtà. L’album è uno scivolare tra un mantra e un rituale gnostico volto verso dimensioni appunto legate alla Terra di Mezzo.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10

*L’album è stato pubblicato in febbraio da I Hate Records in digitale e in marzo in CD. Avantgarde Music pubblica l’album in vinile.