(Nuclear Blast Records) Dopo meno di un decennio di attività, un EP e due album, gli americani Khemmis approdarono alla corte della Nuclear Blast, la quale iniziò ad accorgersi che nel mondo delle nuove leve non esiste solo il metal ‘moderno’ ma anche quello dannatamente classico, quello professato dai grandi della storia, quali Dio, Candlemass, Black Sabbath e pure Mastodon. “Desolation”, il loro debutto con la Nuclear e terzo album in carriera uscì un paio di anni fa convincendo immediatamente stampa e fans (recensione qui). Ma quando sei accasato in Nuclear, devi darti da fare, pertanto ecco il nuovo (e secondo in carriera) EP del quartetto di Denver (la band tuttavia prende il nome da un’antica città egizia, oggi Akhmim) che continua ad essere puro metallo, ricco di toni epici, impostazioni doomy ed una potenza di suono decisamente impattante. Un EP, oltre ad essere tipicamente un passo intermedio tra un disco e l’altro, è anche in un certo senso un momento di libertà, una release con la quale una band può divagare, fare cose non ovvie, divertirsi… divertendo. “Doomed Heavy Metal” fa esattamente questo, e propone in apertura la mitica “Rainbow in the Dark”, cover molto ben riuscita di Sua Santità Dio! Il resto dell’EP continua su questa strada con un’altra cover, questa volta l’insolita “A Conversation with Death” del musicista folk americano Lloyd Chandler (ascoltate l’originale qui), ovviamente resa meravigliosamente pesante, doom e con una divisione assolti molto avvincente (il brano uscì originariamente sullo split con Spirit Adrift nel 2017, War Crime Recordings). L’EP, poi, offre anche un po’ di auto celebrazione: è presente il singolo “Empty Throne” (originariamente uscito su 7” 33 giri verde nel 2017, per la Decibel) e tre brani live, uno da ciascuno dei full length finora pubblicati. Una release non proprio necessaria ma comunque interessante e molto godibile, sicuramente piacevole anche il fatto che la band ci sa fare davvero ed i brani live confermano la loro potenza sonica anche fuori dalle quattro mura dello studio, evidenziando tra le altre cose anche anche l’accattivante prepotenza dell’uso delle due voci, il clean epico ed il growl lacerante!
(Luca Zakk) Voto: 7/10