(Soulseller Records) Dai Khold non ci si aspettava qualcosa di diverso. “Du dømmes til Død” è perfettamente in linea con il credo musicale della formazione black metal norvegese. Abili nel rendere il loro black metal inizialmente monolitico in qualcosa dirottato decisamente verso il black and roll e il dark metal, senza mai abbandonare dei buoni riff granitici e cadenzati che Gard, Sarke, Rinn e Steinar hanno appreso dai Darkthrone. L’opener “Myrdynk” è un tipico esempio. L’ottavo album dei Khold in ventiquattro anni è un concept sui condannanti a morte nella storia del loro paese, rappresenta al contempo un altro esempio di come riff tosti e possenti, batteria solida e agile, Gard con il suo cantare al vetriolo, siano uniti in un prodotto snello e coinvolgente. “Du dømmes til Død” è una cavalcata di poco oltre mezz’ora che assesta colpi possenti oppure spinge con galoppate saettanti. Un groove dolce, cesellato, con una produzione attenta e pulita che non sottrarre quello strato appena raw tale da dire che questo è un black metal si spartano, per nulla selvaggio ma abbastanza roccioso e solenne. Da subito si familiarizza con pezzi tipo “Vanviddfaren”, “Skoggangsmann” per il suo mid-tempo spezzato da una fase centrale lenta e possente e un ritornello che si inchioda nella testa. Francamente alcune soluzioni tra riff sommati al drumming si somigliano e troppo, come ad esempio nei due pezzi precedentemente citati, eppure lo sviluppo in ogni singolo pezzo ha una sua identità che spiazza quella sensazione di già sentito. Qualche riff poi ha un’impronta degnamente punk, come “Misgrep”. “Ladel” si apre come una marcia solenne, poi il pezzo esplode e con il basso di Steinar che si intreccia con le chitarre di Gard e Rinn per aumentare il groove e rendere più profondo il ritorno su andature dimesse, lente ma marziali. Forse è “Galgeberg og Retterbakke” il pezzo più svelto dei nove. Chiude “Dølgsmål”, altra composizione massiccia con scampoli alla Darkthrone e ondate magnetiche imponenti. Come sempre i testi sono stati scritti da Hildr, la signora Gard, mentre Andy La Rocque ha curato la produzione e registrato la chitarra solista in “Heks (du dømmes til død)”.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10