(Kornalacielo Records) Lo stoner dei triestini King Bravado ha dentro l’energia del rock, ha movenze che arrivano dal blues e nel contempo è una manifestazione del tipico desert sound. Distese immense, vuote, arse e percorse in lungo e in largo dai King Bravado; spavaldi e selvaggi posseggono chitarre distorte dalla dannazione, una coppia ritmica tempestosa e un cantante, Joe, dai toni docili, e a tratti anche femminei (“King Size”). Loro hanno tutto per costruirsi un’identità artistica, nonostante il sound risenta di cose già ascoltate ovunque e da sempre (i Black Sabbath, “Drags You In”, gli Orange Goblin, “Asshole”). Per carità, l’importante è saper dare un’interpretazione a tutto e nella giusta misura. In quasi un’ora il sound pesante e percorso da una dose di istinto, si desquama spesso dal debito con altri e così i King Bravado rinascono in più occasioni attraverso canzoni che risultano immediatamente assimilabili (“Nets”) o trascinanti in dimensioni offuscate (“Doomsday”). Si ha la sensazione in questo lavoro di avere la mente che prosegue in un viaggio, con in fronte al sole e la polvere e la sabbia che vorticano attorno.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10