(Trollmusic) Continuano ad etichettarli come band viking o pagan metal, specialmente per i contenuti dei testi legati alla mitologia norrena, ma i gli svedesi King of Asgard trivellano il pubblico con un black metal ricco di melodia, di mid tempo crudeli, di una personalità molto distintiva. Con questa ‘foresta nera’, il loro quinto lavoro, dipingono di eroismo le tenebre più impenetrabili, regalando otto tracce avvincenti, dinamiche, molto ben curate e prodotte in maniera eccellente dal mitico Magnus “Devo” Andersson (Marduk). Subito tagliente ed incalzante “Frôðr”: la melodia è dominante, ma certi attacchi ritmici svelano una tendenza guerrafondaia deliziosa. Oscura e ricca di disperazione “Rifna”, drammatica “Hæimr”. La chitarra classica in apertura di “Kvikr” evolve immediatamente verso un black melodico tuonante, rabbioso, epico, continuando poi su un intermezzo riflessivo, introspettivo, crescendo infine verso una drammaticità inquietante capace di progredire su un ottimo mid tempo marziale. Punto di congiunzione tra oscurità dannata ed epicità tradizionale con la poderosa e variegata “Ammobiærg”, mentre la title track si addentra in rituali arcani, con quell’incedere tribale dominato da voci corali. Irresistibile “Harmdauðr”: chitarre classiche che creano un’atmosfera suggestiva e surreale, fino a quando il mondo crolla, deflagra in un breve sezione estrema dove il motivo dominante viene sommerso da blast beats furibondi. In chiusura il mistico outro “Fæigr”, breve pezzo strumentale ed atmosferico, il quale abbassa il sipario con nostalgia ed un senso infinito di malinconia. Il black metal vanta una miriade di varianti ma, tematicamente, ce ne sono due di primarie: il black palesemente satanico ed il black, quello dei King Of Asgard, che inneggia ad antiche battaglie, a storie gloriose, ad una tradizione mitologica ricca di immagine, impattante, coinvolgente e iconica. Ecco, i King Of Asgard fanno loro questo black ad indirizzo culturale, più esaltante, più ricco di una nostalgia verso grandi epoche ormai andate ma mai dimenticate e, nel caso ci fossero ancora dubbi, rappresentano una delle migliori espressioni artistiche di questo genere!
(Luca Zakk) Voto: 8/10