(Autoproduzione / Atomic Stuff) “Scacco Matto” e da subito si capisce che i Klem sanno comporre una canzone rock. Suoni duri, atteggiamento irruento, melodie serrate. Il cantato in italiano ci permette da subito di entrare nel vivo della musica e di provare vicinanza con la comunione testo-musica. Un testo che racconta dei mali del nostro Paese. Il rock è anche sociale. Affascina nel prosieguo dell’ascolto la cristallina produzione che permette di assaporare le singole note, il timbro degli strumenti e la capace agilità del tocco da parte dei musicisti. Rock, scrivevo poc’anzi, ma immischiato in contatti con cenni seventies, e dunque blues, hard rock, funky, oltre a soluzioni di tipo alternative. Rock, sempre rock alla fine. “Quando Cogli un Fiore” è un altro buon esempio di come i Klem sappiano tessere una buona struttura musicale allacciata con parole marcate dalla musica stessa, ma più di tutto da melodie e riff che sanno arricchire l’impatto del brano. Mi sovviene un pensiero: questa band dal vivo incendierebbe la platea. Alcuni riff non sono originali, ma essendo pienamente inseriti nel discorso della ‘tradizione’ rock, risultano comunque seducenti, chiari, trascinanti. I Klem sanno coinvolgere. Sanno farlo. Il punto è che nell’ascolto di “Ritagli di Tempo” spesso mi son venute alla mente figure come Grand Funk Railroad, Joan Jett, i Cream, ma in versione molto più veloce, Led Zeppelin, Rolling Stones e altri. “Mobile Classico”, poco più di 2′ di Klem in versione strumentale, con le acustiche e gli stivali, la polvere, i cani che abbaiano, una birra, il sole che picchia e l’erba rinsecchita… deliziosa canzone! Non da meno un’altra strumentale, “Fluo”, un po’ in stile ‘esercizio’, ma divertente e con un breve retaggio psichedelico o noise rock che possa essere. Sono dieci canzoni dai toni alti, dalla qualità elevata e dalla sensazione di fresca gioia. La gioia di ascoltare della musica e seguirla, senza darsi troppi pensieri. Anche in Italia abbiamo una VERA rock band.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10