(AFM Records) Nonostante siano in circolazione dal 1983, i Brasiliani Korzus risultano abbastanza poco conosciuti, nonostante l’ottima qualità della musica suonata. Il genere proposto è un thrash metal decisamente ispirato dai primi Slayer. Questo, forse rappresenta il limite principale della band, in quanto i thrashers Americani hanno un sound unico e inconfondibile, e qualsiasi gruppo che si cimenta con il loro stile, suona come una loro copia, per quanto possa essere ben riuscita. Ciò non toglie che la qualità dei brani proposti sia elevata e l’ascolto risulta altamente godibile ad ogni amante del genere. L’opener “Lifeline” è introdotta da un mid tempo che ricorda moltissimo “Hell Awaits”, dopo il quale troviamo la classica accelerazione, con chitarre impazzite e ritmiche in doppia cassa del bravo Rodrigo Oliveira. La voce di Marcello Pompeu è molto vicina a quella di Tom Araya, anche se leggermente più rauca. “Broken” si rifà agli Exodus più cadenzati, con riffs più tecnici e strutturati, mentre gli assoli sono di ottima fattura. “Vampiro” è una scheggia impazzita, velocissima e diretta, così come “Purgatory”, brano che dal vivo creerà il massacro sotto il palco. Non mancano momenti dove spicca un lato più moderno e melodico, come la title track, aperta da un arpeggio acustico al quale seguono riffs interessanti che si discostano dalla matrice slayeriana e un ritornello che mi riporta alla mente lo stile degli Scandinavi Kayser. A me l’album ha entusiasmato, visto che adoro le sonorità alla Slayer; bisogna tuttavia ammettere che, a parte qualche spunto degno di nota, i Korzus latitano di personalità, il che pesa anche considerando la loro carriera ultra trentennale.
(Matteo Piotto) Voto: 7/10