(Karisma Records) Bingo per la sempre attenta Karisma Records! OK, qui si gioca in casa visto che questi Kosmodome sono anche loro di Bergen, ma rimane chiaro il fatto che l’etichetta ha fatto un colpo da maestro nel mettere sotto contratto questa band al debutto… prima di tante altre etichette devote a questo amplesso di sonorità psichedeliche, vintage, stoner e prog! Groove, melodia, profondità sonora, diversificazione stilistica, viaggi lontani nel cosmo ma anche nella profondità introspettiva dell’IO, dell’uomo, della nostra mortalità ed effimera esistenza. Musica che manifesta un’allergia verso la freddezza digitale della società odierna, musica carnale, legata alla terra, al sangue, agli inferi, alle emozioni umane vere, espresse con sguardi, con sudore, con gemiti e grida, scandita da pulsazioni e temperature corporee… l’esatta nemesi del mondo digitale, del mondo moderno al quale questa band non appartiene e non vuole appartenere. Sonorità libere da schemi, legate al rock, al vintage rock, allo stoner, anche al metal, perché no: uno scenario sonoro personale, intimo, tanto spaziale quanto terrestre, ricco di musicalità, di strumenti, di artisti che producono arte, che scolpiscono musica, che dipingono paesaggi sonori capaci di far sognare. Otto brani senza confini, senza limiti… otto canzoni ribelli, totalmente libertine, assolutamente libere da ogni schema premeditato. “Retrograde” va un po’ dove gli pare, spaziando dal rock ad un proto prog-jazz. “Hypersonic” dichiara un groove punky spaziale ma anche etnico, quasi tribale, mentre “Deadbeat” si inginocchia ad un rock di altre epoche, un rock immortale, vero, puro… dannatamente sincero. Con “Waver” parte I e parte II la band si lascia andare, viaggia lontano, va oltre, esplorando rock energetico e rock introspettivo, brillantezza frizzante mista a malinconia intima… un viaggio suggestivo verso la contorta “The 1%”, brano con una ricchezza melodica destabilizzante, prima della conclusiva “Orbit”, semplicemente un capolavoro che fonde modernità a sonorità antiche, una forte dichiarazione di intenti, una manifestazione palese di dominio della dimensione musicale e sonora. Pura poesia. Musica allo stato puro, suono nella sua essenzialità atomica. Un album irresistibile, provocante, seducente. E stiamo solo al debutto…
(Luca Zakk) Voto: 9/10