(Autoproduzione) Tra tutti i gruppi che cercano di mischiare n generi diversi di musica vi è una sparuta quantità di questi che almeno confessa di voler semplicemente sperimentare. Questo non per stupire, bensì per trovare una propria direzione. È questo che per fortuna cercano di fare i Kpanic, vale a dire mischiare a random generi e sottogeneri che vanno dallo Sludge allo Stoner, dal Jazz al Doom, dal Glam al Prog; solo per valutare quale di queste varianti possano davvero valere la pena di essere esplorate. Ecco che questo EP è dichiaratamente apolide, con il cantato a tratti addirittura sgraziato ma cangiante. Vale il medesimo discorso per i musicisti, intenti a trovare una identità sonora in cui esibirsi. Diciamolo subito, il Metal qui c’entra davvero poco, ma mette sicuramente curiosità nel chiedersi a cosa approderanno questi sconclusionati appassionati di musica a 360 gradi.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 6,5/10