(Comatose) In evidenza il drumming, operoso sia sul piano della doppiacassa che in fatto di rullate. Anzi, a volte si ha la netta impressione che Erhan Karaca segua col ritmo le stesse cadenze delle chitarre e a loro volta in certi casi doppiate dai grugniti disumani di Jack Christensen. Pur non essendo un album da primo impatto, bensì qualcosa che richiede un processo di assimilazione, “Slamchosis” è una prova sfiancante per ogni appassionato di brutal. L’essere estremi dei Kraanium è al massimo grado, attraverso però una sapiente tessitura di ogni comparto. Le chitarre hanno un sound foderato da una distorsione roboante e non granitica, ‘zanzarosa’ si dice in questi casi; la batteria purtroppo eccede nei trigger quando ormai nel brutal diventa un’abitudine questo tipo di soluzione. Al di là della produzione, l’album “Slamchosis” toglie il respiro. Una colata di allucinante e disturbata attitudine alla morte, la violenza e il sangue, oltre a un linguaggio sopra le righe per estremizzare e anche ironicamente. Titoli come “Face Fucked with a Brick”, uno dei pezzi migliori tra l’altro, “Larva Infested Cum Sluts” oppure “Forced Rectal Exhumation”, sono la misura su come i Kraanium spingano il proprio brutal death metal verso momenti parossistici.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10