(Selfmadegod Records) L’etichetta informa che “ Dawn of the Apocalypse” è il secondo album per i texani, dediti a un D-beat dai toni seri, con atmosfere grige, oltre a impennate black metal. Si, l’atmosfera generale dell’album è decadente, pur riuscendo a toccare momenti epici, grazie a trame delle chitarre che si lanciano anche in buoni assoli. La melodia non viene scartata dalla band di Austin, la potenza anche meno. Krigblast è certamente una realtà piuttosto consolidata nel sound, le chitarre sono pastose, a volte un po’ oscure e dentro le corde scorre quella viva anima punk-hardcore. Il black metal rompe gli schemi, presenta una band comunque capace di avvicinarsi a variazioni di sorta e tale da tenere alta il coinvolgimento nei propri pezzi. Grazie anche a una base ritmica onesta e laboriosa. Le chitarre sono l’elemento distintivo, il guitarworking è ben strutturato e ogni tipo di passaggio o direzione che la band assume nei pezzi, le sei corde lo esprimo con padronanza. Sull’atmosfera si è detto: c’è un timbro opaco, non esiste quella goliardica rabbia D-beat, ma quanto meno esiste lo stesso tipo di grinta. “Submission”, “Fear and Depression”, la canzone dalla durata più sostenuta delle altre, “Evil Is Burning”, sono alcuni dei pezzi nei quali i Krigblast si lanciano nel raggiungimento di una buona forma compositiva, attraverso cadenze D-beat investite da una serie di divagazioni black.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10