(Is it Jazz? Records) È il sesto album per questo prog-jazz trio norvegese, il quale è stato pure un quintetto per un certo periodo, tornando ora alle radici, all’essenza, al nucleo di base. Chitarra (e bassi), batteria e sassofono: nessun vocalist, perché le parole non servono in una dimensione musicale così intensa, così complessa, così virtuosa, ma anche così fruibile ed immersiva. “Harry Davidson” è catchy e vibrante, quasi invasiva ed irriverente, mentre “Triple Dad” apre ad atmosfere jazzy più ampie, più ultraterrene, più cosmiche. Bizzarra e misteriosa “Oh My Cod”, superlativa “Country Doom”. “The Ballade” è devota ad un jazz fusion di altissimo livello, con inserti ambient, prima della conclusiva “Pretentious Woman”, un brano coinvolgente, suggestivo, deliziosamente irresistibile. Infinite influenze, così tante da non poter essere citate, così tante da fondersi in una nuova entità musicale, scolpendo una nuova corrente stilistica: Krokofant è un gruppo indubbiamente unico, capace di elevarsi al di sopra della propria scena, quasi un moderno Tedoforo, portatore della fiamme che rappresenta le attuali sonorità jazz progressive che stanno spopolando nel paese nordico.
(Luca Zakk) Voto: 9/10