(Century Media) Nonostante non sia l’intenzione di tutti, ma un certo punto della carriera le band rock e metal o artisti dei suddetti generi, decidono di pubblicare un album di sole cover. Perché? Questa operazione a volte offre risultati apprezzabili, nella più parte dei casi invece mette i fan di fronte a dei pezzi che in buona sostanza ricalcano gli originali. Oltretutto le canzoni scelte sono abitualmente quelle famose e ‘strasentite’ dalla gente. C’è da chiedersi se al posto di questa operazione, la proposta di un album di inediti, versioni dal vivo, demo e outtake di una certa qualità, non possa essere più stuzzicante per i fan. I Krokus e dunque non gli ultimi arrivati, visti i diciassette album in carriera, il primo omonimo è di metà anni ’70, optano per un album di tredici cover. “My Generation”, “N.I.B.”, “Whole Lotta Love”, “Born to Be Wild” e altri classici, vengono attraversati dal loro sound potente e pulito. Gli svizzeri di Soleure hanno una solida tradizione hard & heavy e il loro graffiare con pezzi del calibro di “Rockin’ in the Free World” e “Summertime Blues” è proprio nel segno di quella tradizione. A quanto pare era da molto tempo che la band giocava con l’idea di fare un album del genere. Ecco che The Who, i Troggs, Neil Young, Bob Dylan, i Rolling Stones, Queen, The Animals, Spencer Davis Group, Led Zeppelin e Eddie Cochran, oltre ai Steppenwolf sono coloro che hanno indicato la strada ai Krokus. Coloro che hanno permesso ai Krokus di fare ciò che hanno poi fatto. “Big Rocks” riscopre dei classici riproponendoli ai fan, anche se certe canzoni, di preciso “My Generation”, “The House of the Rising Sun”, “Whole Lotta Love”, “Born to Be Wild” e “Jumpin’ Jack Flash” sono tra le più ‘coverizzate’ di sempre. Questo diciottesimo album in studio contiene anche una riregistrazione della canzone “Backseat Rock ‘n Roll”. “Big Rocks” è per i fan più stretti e forse strizza l’occhio anche ai molti altri che amano il rock in generale e non solo i Krokus. Ecco forse un motivo per pubblicare “Big Rocks”.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10