(Sun and Moon Records) Dal flyer: “Doom metal barbaro, forgiato nel ferro, alla vecchia maniera”. Wow. Che definizione imponente… e maledettamente azzeccata! Arrivano così al debutto gli Italiani Kröwnn, che già dimostrarono di saperci fare, di pestare duro, con il precedente demo (recensione qui). “Magmafröst” è un album con tracce mastodontiche, spesso oltre i cinque, sei, sette ed otto minuti… tracce capaci di soffocare alimentando una densa cortina di fumo nella quale aleggiano spiriti spietati, spiriti gloriosi, spiriti crudeli, spiriti che non negano il tributo a realtà come i Black Label Society. Non negano adorazione per Type O Negative, Black Sabbath e pure Reverend Bizarre. Le otto tracce sono si fumose, criptiche, occulte ed deliziosamente oscure, ma non dimenticano mai come si fa ad intrattenere: ogni riff è maledettamente catchy, coinvolgente, subdolamente capace di oliare per bene qualsiasi vertebra per garantire massima libertà all’ovvio headbanging che questa musica provoca con infernale malizia. Riff che vanno verso territori ostili. Divagazioni ritmiche che attaccano l’ascoltatore da ogni angolo possibile ed immaginabile. Trip che combinano suoni antichi, malattie sessantiane, testi epici e fantasy. Poderosa la grinta di “Forge Of Crom”. Orgasmo con “To Minas Morgul”. Disintegrazione ossea con “Skeksis Dance”. Un trio (due oscure dame, un crudele gentleman) che ha il pieno controllo delle vibrazioni: le domina, le canalizza, le amplifica, le comprime, le distrugge, ci gioca e le ricompone. Ed intanto il fumo si addensa. La pressione aumenta, inesorabile. L’aria si disperde. Asfissia. Corpi fracassati sotto il peso del metallo. E tutto questo ha un gusto maledettamente perverso, in quanto crea un terminale oscena dipendenza.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10