(Apollon Records) Basta guardare le foto di questi quattro norvegesi per capire che tipo di musica possa emergere da un loro album. Look antico, atteggiamento d’altri tempi, palesemente schierati sulla scia delle sonorità tra fine anni ’60 ed inizi anni ’70. Quel che non si è può capire dalle foto è quanto dannatamente bene interpretino quel sound, quell’atteggiamento, dando vita ad un rock psichedelico misto allo stoner che solo i grandi di quel tempo erano in grado di produrre, la scintilla di una musica universalmente concepita come immortale. Hawkwind, Led Zeppelin, Deep Purple, Sam Gopal…. viene tutto da quella scena, tanto che l’ascoltatore si rende conto che negli anni tutto è cambiato… senza che poi nulla sia veramente mutato. Ed eccoli al debutto con questo album omonimo… un disco fuori epoca, senza epoca, lontano da una collocazione temporale sensata! Vibrazioni e storie scorrono attraverso “The Veil”, emozioni tetre emergono da “Omen”, mentre “Seven” è una liturgia proto-stoner, pre-rock, decisamente psichedelica, ricca di sensazioni elettrizzanti e viaggi ultra terreni. Un digitale di altri tempi fa capolino sullo stoner tagliente di “Crimson Horizon”. Immensamente inquietante e provocatoriamente catchy “Sleeper”, seducente con quelle melodie o quelle sexy linee di basso “Ocean”… ulteriore provocazione con l’eccitante “New Colossus”, prima della conclusiva e brevissima “Infinite”, un outro tra il vintage e lo space rock. I Kryptograf sono essenziali. Il mondo moderno ha bisogno dei Kryptograf. La gente è uscita di senno, soffre di paranoie assurde, adora quelle schifezze che chiamano lockdown ed isolamento. Ma, per fortuna, il mondo ha un barlume di speranza: i Kryptograf! Lasciatevi andare a questo nuovo (ma antico) stile di vita!
(Luca Zakk) Voto: 9/10