(Apollon Records) L’omonimo debutto del 2020 fu un portento (recensione qui ), più che altro per la freschezza vintage che questa band di Bergen (Norvegia) è stata in grado di mettere in mostra. Ed ora, dopo cinque anni, giunti al terzo capitolo, la ricetta rimane immutata: del favoloso e schietto heavy sound anni ’60/’70, il tutto con un perverso senso stoner e gusto doom, come dimostra l’impetuosa opener “Beyond the Horizon”. C’è una favolosa anima blues su “The Blade”, mentre è molto tetra e introspettiva la title track. Il doom diventa dominante con “You and I”, così come la pesantezza, l’acidità ma anche la creatività e quella tendenza progressiva irresistibile. Malinconica “Lost at Sea”, prima della consistente e conclusiva “The Gales”, pezzo tanto pesante, quanto contorto, oltre che seducente e ipnotico. Ancora una volta un sound iper classico con una intelligente vena moderna, un sound che si rivela tanto attuale quanto appartenente ad una mistica atmosfera del passato.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10