(Fastball Music) Chris Techritz e Franz Harde incidono questo loro primo album in studio, promuovendo un canovaccio musicale tendenzialmente progressive metal nel maniera di fondere più sfumature. Da ardite e prestanti esibizioni thrash metal, il duo tedesco si riversa anche in vena di esibire il doom metal e il più classico e canonico heavy metal. I due bavaresi con trascorsi nei Fudge, il primordiale progetto denominato Carrier, Sleges Seven, hanno reclutato altri musicisti, visto che Chris è un chitarrista e Franz è alla voce. I Kryptoportikus accolgono sette musicisti, tra i quali spicca Oliver Holzwarth, tournista per Sodom, Blind Guardian, Tarja Turunen e molti altri. “Dark Rainbow” è il risultato del pensare alla musica con una forte impronta heavy-thash metal, combinando un concept di fondo che si rifà alla mitologia e storia greca. I titoli dei pezzi lo lasciano capire, si cita Ulisse, gli Argonauti, Troia, Sparta e Atene e così via. Infine copertina e grafiche interne dell’album ne fanno da sigillo a questo richiamo testuale. Il duo bavarese prolifera attraverso brani affatto laboriosi, con durate temporali piuttosto controllate non senza però sforare in qualche passaggio prolisso. La voce di Franz Harde è degnamente in forma e canta meglio di un ventenne! I riff di Chris Techritz sono tosti, melodicamente efficaci. Voce er iff sono due elementi fondamentali in “Dark Rainbow”. Purtroppo non tutti i brani risultano immediati, altri hanno certamente punti validi e comunque peccano in immediatezza. Ad ogni modo la band suona con energia, si infila in capriole di stile affatto trascurabili e un suo fascino con questi riff possenti e molteplici, al contempo perde in efficacia sulla distanza a causa di qualche passaggio di troppo come già evidenziato in precedenza. Un obiettivo di sintesi superiore, facendo una cernita tra ciò che serve e quanto invece li allunga, sarà un buon punto di partenza per il prossimo album. L’ esempio cardine di queste riflessioni è il seguente: “Oracle” è l’unica composizione sulle dodici a incidersi da subito nella mente con “Imperial Machine” che segue con il suo classico thrash metal d’assalto l’intro “Stormy Seas”. Insomma, bravi musicisti che pensano a un metal dinamico, con il riff al centro del tutto. La loro proposta generale risulterà in futuro più accattivante.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10