(Svart Records) Esistono indizi che vanno oltre le dichiarazioni, le apparenze. “Death/Doom” sembrerebbe essere il genere proposto da questi oscuri finlandesi (il moniker significa “La Valle Della Morte”); e possiamo dire che a grandi linee di questo si tratta. Ma l’indizio che io noto è l’etichetta… e di solito, data la mia esperienza, quando entra in gioco la Svart, allora c’è sempre qualcosa di strano, di particolare, fuori dai confini; e devo dire che l’ascolto di questi cinquantacinque minuti conferma questa teoria, offrendo otto imponenti tracce permeate di oscurità, potenza, inquietudine e violenza sonora. Con una voce che si materializza tra il growl ed il pulito, con musica che alterna pulizia e atmosfera con brutalità e pesantezza, questo “Tulijoutsen”, secondo album della band, risulta un lavoro fantastico per intenditori, per color che cercano contorte evoluzioni che tuttavia mantengano il collegamento con un qualcosa che si può assorbire, che sia efficace, diretto ed impattante. “Verihaaksi” è contorta, strana: passa da concetti puliti, costruiti su un arpeggio letale, a idee che incrociano il doom con il black, mentre linee di basso sostengono sublimemente una decadenza irreversibile. Nel pezzo non manca nemmeno una deviazione su territori gotici, grazie ad una tastiera capace di dipingere un panorama sul quale si svolgono le scene che si costruiscono nella mente dell’ascoltatore. Irresistibile “Me vaellamme yössä”, con quel riff lineare ma magnetico, sapientemente gestito per tutta la durata del pezzo. Sconvolge l’ascolto di “Tuonen tähtivyö”, un pezzo che parte con una idea acustica, resa ancor più tetra da una angosciante voce pulita, per poi abbandonarsi ad un black cadenzato e lento, dove compaiono anche cori femminili ed un accenno sinfonico. Interessante anche la conclusiva “Raadot raunioilla”, che dimostra di nuovo la capacità della band di creare qualcosa di diretto ed efficace, ricco di dettagli ed elaborazioni ricercate. Questo non è certo un album immediato, anche se non è nemmeno estremamente canalizzato su territori alternativi. Si tratta di oscurità espressa in maniera funzionale, efficace, con un tocco di tecnica e fantasia creativa che innalzano l’intera proposta ad un nuovo livello, con la lunghezza del disco e la durata dei pezzi sono capaci di rendere indelebile quel colore nero che riescono a diffondere. C’è ancora spazio per crescere, per creare una proposta più identificativa, più personale ma non c’è dubbio che questa giovane band (si sono formati nel 2010) sono un ottimo esempio di come si stai sviluppando l’offerta estrema finlandese.
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10