(Dusktone) Da Oslo, giunge al terzo album una valida band con decisamente poca visibilità. Il precedente “Malum” fu convincente (recensione qui), ma questo “Sied” è un massacro raffinato, devastante e catchy! Certo, l’originalità non eccelle , le tastiere sono sempre una componente di base tanto che, rispetto al precedente disco, risultano un qualcosa più presenti, ma ancora una volta sono un poderoso contorno esaltante, un marcato accento e la loro presenza permette al resto degli strumenti di continuare a farsi valere, di farsi sentire, di definire il suono. Un suono più chiaro, con linee vocali oscure ma meno low-fi del precedente lavoro, tanto che l’intero disco si catapulta in maniera più marcata verso un symphonic black di qualità, curato, dettagliato e molto ben studiato. Forse si perde un po’ della spontaneità, ma la band stessa dichiara un maggior impegno nelle registrazioni, a partire dalla qualità delle apparecchiature usate. “Mare” è inarrestabile, possente, vigorosa e non può non far pensare ai connazionali Dimmu Borgir. La stessa influenza è palese su “Nattegrøde”, mentre si torna ad una impostazione più originale con “Volvesang Om Undergang”. Ottime le clean vocals corale su “Bergtatt”, un brano riuscito, tuonante ed efficace. Dopo una cover dei Gehenna (“Vinterriket”), la folkloristica /ambientale e strumentale title track risveglia oscuri presagi (anche se la sua durata è breve, quella di un intro), mentre la conclusiva “I Dyrets Tegn” è più vicina al disco precedente per sporcizia e mancanza di forzata ricerca stilistica… risultando psichedelica ed estremamente violenta. Album che vuole suonare grandioso, epico, ma anche tagliente e violento: questa volontà ha forse forzato la mano togliendo personalità, una personalità sacrificata all’altare della visibilità e dell’ipotetico successo. Certo, originalità in calo, ma album complessivamente interessante e molto godibile. Uno di quei dischi che non invita veramente ad ascolti profondi ed attenti, che non invita ad una comprensione profonda, ma lascia all’ascoltatore il puro e vergine divertimento nell’ascolto generale.
(Luca Zakk) Voto: 7/10