(Black Widow Records)Musica e film sono un legame importante, indissolubile, sanguigno… un legame che esiste da quando esiste la cinematografia. Un legame che alimenta la musica o che fa si che la musica venga creata, musica abitualmente definita ‘colonna sonora’… apparentemente solo un contorno delle pellicole, un contorno senza il quale la maggior parte dei film perderebbero una grandissima parte del proprio valore. Poi c’è musica trasversale, come quella di questa band debuttante capitanata da Domenico Lotito (Strange Here), musica che con teatralità e narrazione vuole essere un tributo ed una esaltazione di un cinema grandioso… quasi una nuova riscrittura musicale del cinema stesso. Musica diversa, con cori e voci femminili di Tiziana Radis e una imponente e coinvolgente narrazione di Angelo Sposito. Quasi una recita emozionante e suggestiva basata su titoli cinematografici quali ‘Milano Calibro 9’, ‘La casa dalle finestre che ridono’ o ‘Zeder’, sui personaggi dei film, su vicende di quei film, su registi quali Fulci, Avati ed altri grandi della storia. Il tutto su base una bellissima e incalzante base metal, doom, dark rock. Certo, dal punto di vista musicale si potrebbe parlare di influenze derivanti da Death SS, Paul Chain, Jacula, Violet Theatre, Tony Tears, Antonius Rex, Goblin; ma non credo che questo abbia più molto senso: La Stanza Delle Maschere, così come i nomi citati, è parte della nostra cultura, è la fusione di diverse arti, è arte che alimenta altra arte… con quest’ultima che altro non fa che dare ancor più valore all’arte originaria. Questo album è da ascoltare con la stessa atmosfera con la quale si guarda un film violento o horror dell’epoca d’oro del nostro paese. Un album che è un insieme di film, film che ritornano sotto altre spoglie, in una nuova forma, in una nuova intensissima e teatrale schiettezza.
(Luca Zakk) Voto: 9/10