(Eisenwald) Dopo un lungo decennio torna questa one man band americana con un terzo album imponente, lungo, contorto e votato ad un black metal senza confini, i quali sfociano senza problema in ambiti folk, orientali, narrativi e intensamente furiosi. Una ora ed un quarto di complessità sonora, variabilità lirica (ci sono testi in francese, in tedesco, in inglese, anche tratti da poemi i cui autori sono scrittori quali Georges Bataille). Musicalmente ci sono infinite influenze anche alimentate dalla partecipazione compositiva di Kody Keyworth (Wolves In The Throne Room): ogni brano è diverso, vive di vita propria, ma rimane coerente all’intera opera, la quale non può essere suddivisa, non può far filtrare alcun singolo… un’opera unica e dal livello di coinvolgimento surrealmente incessante. Tuonante, sferzante ed epica “L’Acéphale”, assurdamente folk e narrativa “Gloria in Excelsis Mihi”, brano lento, acustico e dominato da una sublime voce narrante femminile (di Geneviève Beaulieu). Dissonante e con venature thrash “Runenberg”, spirituale e dalle remote reminiscenze a-là Burzum con “Hark! The Battle – Cry is Ringing!”. Furiosa e poi oscuramente rituale “Last Will”, strana e con geniali idee progressive “Sleep”, prima della mastodontica e conclusiva “Winternacht”, che con i suoi venti minuti di durata riassume l’ampiezza dello spettro artistico di questa band di altissimo livello. Set Sothis Nox La e collaboratori sono andati oltre i loro limiti, ma hanno saputo anche spostare molto in avanti l’asticella di questi stessi limiti. “L’Acéphale” è un esempio di musica estrema e complessa, contorta ed evocativa, di visioni avanzate senza essere strettamente avant-garde. Un album che materializza un’unica entità sonora da ascoltare, gustare, percepire in un’unica letale dose.
(Luca Zakk) Voto: 8/10