(Steamhammer / Oblivion / SPV) Una storia fatta di cambiamento, perché in ogni storia che dura c’è del cambiamento e poi i Lacrimas Profundere hanno affrontato da sempre nuovi percorsi. Dal doom iniziale i tedeschi hanno maturato esperienze sempre diverse, confrontandosi anche col gothic e il rock oltre a un blando melodic death metal. Complice una line up mutata nel tempo che oggi vede il solo Oliver N. Schmid come membro originario, il trio si ripropone e non molto tempo dopo il precedente “Hope Is Here” (QUI recensito) di tre anni fa. L’iniziale “I Knew and Will Forever Know” fissa le coordinate di un gothic-doom con languide e lancinanti melodie di chitarre non dissimili dagli Anathema degli anni ’90, come pure in “The Reaper”, mentre la seguente “Celestite Woman” è del metal/rock leggerino e melodico, cupo nei termini e vagamente new wave, sonorità care alla band. Anche “A Sip of Multiverse” è nella stessa linea. Oggi i Lacrimas Profundere si mostrano sagacemente attuali, sapendo mischiare i parametri di quel metal che hanno attraversato dagli esordi, con elementi fruibili e di un visual rock. Per dirla tutta, in questo album si può sentire cantare in maniera chiara e intensa, ma al contempo trovare anche del growl come in “The Kingdom Solicitude”. La band passa in rassegna il personale e cangiante spettro musicale, con una visione contemporanea di se stessi e della musica, ma più di ogni altra cosa la band pesca da se stessa e senza farsi schiacciare dal tempo, guardando al proprio modo di suonare secondo esigenze e stili attuali e maturati nel tempo. In passato la band ha peccato, almeno secondo chi scrive, di una concessione al commerciale o almeno di essere radiofonica come proposta, si pensi all’album “Antiadore” (QUI recensito), poi però i Lacrimas Profundere hanno circoscritto la melodia, concedendosi maggiormente al rock e senza svilire la componente metal, alternative o gothic che sia, donandole una perizia esecutiva più che rispettabile. La scelta di puntare a una sostanziosa manciata di pezzi che arrivano a meno di quattro minuti di durata, è il sintomo di volere puntare definitivamente a canzoni vere e proprie e questa volta con una limatura non scontata.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10