(Sliptrick Records) Un disco brevissimo, ma a suo modo accattivante: i romani Lady Reaper irrompono sulla scena con questo album autotitolato, che frulla l’heavy anni ’80, generosi dosi di speed, un tocco di NWOBHM e forse anche qualcosa di più moderno in un mix veloce e dall’attitudine stradaiola. I nostri sono brutti, sporchi e cattivi fin dall’opener “Spit out from Hell”, di chiara scuola Motorhead. La traccia autotitolata punta tutto sullo spontaneo refrain, mentre è leggermente più complessa “Catch the Moon”, che ha uno stile prettamente americano e buoni assoli. Caciarona “Ace of Hearts”, diversa dal resto la conclusiva “When Jekyll becomes Hide”, che indluge a sonorità più moderne. Una scheggia fatta per l’headbanging, che ci riporta alla semplicità assoluta dell’heavy metal primordiale.
(René Urkus) Voto: 7/10