(A Sad Sadness Song) Origine quasi incredibile per questa band (anzi, one man band) impegnata in un black a tratti post, a tratti depressivo, ricco di brutale atmosfera. Normalmente dal Sud America (Cile in questo caso) arriva un black più rudimentale, più old school, più diretto e feroce; ma i Lascar, che sono solo al debutto, propongono un’opera complessa, maestosa (oltre un’ora di musica, il demo incluso come bonus) che mi fa ricordare alcune realtà black odierne di origine francese (In Cauda Venenum, per esempio). “Atlas” è armonia prima, cattiveria poi, fino a quel trionfo della decadenza che troveremo anche nelle altre tracce. “Wilderness” sa essere brutale ma anche riflessiva, ed è capace di portare le sensazioni in territori marcatamente DSBM. Complessa “Regions of Light”, malata ma anche melodica in chiave disumanamente distorta “Last Sea”. Sette tracce (quattro inediti, le ultime tre appartengono al demo “Depths” del 2015, qui in forma di reissue) poderose che si diffondono con una violenza inaudita, la quale è comunque sempre canalizzata in emozioni intense, tanto che l’aggressività del suono si mescola benissimo in quell’alone di atmosfera pregna di malinconia ed oscurità, aprendo spesso parentesi acustiche molto evocative, o proponendo rallentati estremamente impulsivi e ricchi di meditazione. Post black, non strettamente post, non propriamente black: musica tetra e intrinsecamente violenta, musica perversa e ricca di una personalità mostruosamente malvagia.
(Luca Zakk) Voto: 8/10