(A Sad Sadness Song) Secondo album per questa one man band cilena: un grandioso sequel del debutto “Absence” (recensione qui), nel quale questo progetto sudamericano dimostra una vena completamente astratta ed inconsueta per la zona di provenienza, tipicamente più brutale e raw. Rimane confermato quel feeling che mi fa sentire molto del black francese moderno in queste quattro tracce imponenti, lunghe (tra gli otto ed i quindici minuti!), esaltando intensamente un’unicità stilistico-geografica: se il black suona molto oltralpe, si percepiscono comunque dettagli di origine andina (la copertina anticipa questa idea…), forse un po’ etnici, forse vagamente strani o forse semplicemente dovuti ad arrangiamenti leggermente diversi da quelli tipici europei che richiamano ad altre etnie stilistiche. Ricca di sorprese “Tender Glow” con il black europeo che si mescola con quello americano di artisti come i Panopticon. Melodica e tagliente “Thin Air”, pura magia con “Uneven Alignment”, un brano che verso la metà diventa pura esaltazione trionfale della malinconia. Depressiva e introversa “Bereavement”, canzone lunga, contorta, con un fantastico intermezzo dai sentimenti glaciali ma esaltanti. Rispetto all’album precedente una conferma ma anche un palese passo avanti. Un post black nell’impostazione di base, ma con chiari dettagli DSBM, che si abbandonano ad uno sciamanismo estremo. Un disco pieno di natura, di essenza, di spiritualità, di nostalgia e di umana fragilità.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10