(More Hate Productions/Satanath Records) Ma come diamine fa la Satanath a trovare fuori certi gruppi dagli angoli più impensabili del globo? Questa volta mi sono arrivati sotto le grinfie questi ucraini che non mi dispiacciono nemmeno un po’. L’intro sembra un incrocio tra The ‘Nightmare Before Christmas’ e un vecchio film sulle case abitate da spettri. Ma la calma dura davvero ben poco. Seguono infatti sei pezzi duri e crudi di un death malato e claustrofobico, dove perfino respirare diventa difficile. L’impostazione ritmica è tipicamente death europea, ma a stupire è l’indole e l’atmosfera black che i nostri hanno saputo impartire all’opera, di fatto un disco black. Forse è la doppia voce urlata/recitata, forse i riff vagamene epici, non so. Fatto sta che l’album funziona eccome, merito di un uso intelligente degli stilemi dei generi commistionati. Un plauso alla Satanath, etichetta attenta e con piglio da major…
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 9/10