(Is it Jazz? Records) Chitarra. Piano. Sassofoni. Voci. Percussioni. Elettronica. Leagus è un duo norvegese, legato fondamentalmente al jazz sperimentale, che qui giunge al terzo lavoro, tra musica pensata e pura improvvisazione, tra rock e impostazioni rituali, tra strutture libere… libertine… ed idee incastrante in un pattern dal sentore elettronico, tra la complessità più avvolgente e il minimalismo più destabilizzante. La pianista Herborg Rundberg e il chitarrista Kristian Svalestad Olstad, più un’altra manciata di musicisti, ovvero i batteristi Christer Jørgensen e Arnfinn Bergrabb, la bassista e contrabassista Marianne Halmrast, e poi le voci di Frode Larsen e Elina Waage Mikalsen, e i sassofoni di Ola Asdahl Rokkones, Sondre A. Kleven e Fred Glesnes, tutti impegnati in vari ipnotici assoli. Un disco estremamente sperimentale ed anticonvenzionale, intenzionalmente strutturato in maniera totalmente opposta al normale concetto di canzone, abbracciando teorie avant garde superlative, ben oltre ogni espressività progressiva, in una costante ed armonica danza di contrasti sonori, il tutto ben oltre la canzone, il brano, la musica stessa. Pezzi con linee vocali quali “Tendril” generano un sublime stato di ipnosi, mentre sax e dettagli ritmici di capitoli quali “Flor”, catturano la mente, sia quella cosciente che quella non cosciente, quella onirica, quella legata al sogno… sogno che le voci di “Nihkui” esaltano, verso la pace idillica di “Vind”, dell’incalzante ritmica di “Pripyat” o della provocazione sonora di “Hyperion”. Musica oltre la musica, per palati fini, per ascoltatori esigenti; tuttavia la genialità di Leagus risiede proprio nell’andare oltre, nel spingersi non solo oltre i confini noti, ma in una dimensione parallela degli stessi, tanto che “Flora Eallin” diventa un piacevole e rilassante album per l’ascoltatore qualunque, mentre riesce a spingersi avanti, rivelandosi per la geniale complessità compositiva ed artistica che contiene, a tutti quelli che vogliono di più, che cercano di più, che esigono di più e che non solo sanno ascoltare, ma che eccellono nell’arte del percepire.
(Luca Zakk) Voto: 10/10