(AFM Records) A due anni da “Sign of the Dragonhead”(ma in mezzo ci sono stati diversi prodotti minori), i Leaves Eyes tornano con un ulteriore concept dedicato ai vichinghi: stavolta tocca ad Harald Haldrada, la cui vita avventurosa, chiusasi tragicamente nel 1066 a Stamford Bridge, viene esplorata e narrata con un bel gusto per il dettaglio. Dopo l’intro, a un tempo etnica e cinematografica, “Chain of the golden Horn” mescola bene tentazioni folk, epici cori alla Ensiferum, e il contrasto fra la voce sempre eterea di Elina Siirala e il growling non eccessivo del sempreverde Alexander Krull. In “Black Butterfly” sentiamo duettare Elina e Clementine Delauney dei Visions of Atlantis, anche se devo dire che la prima sembra sovrastare abbastanza la seconda; Elina dà il meglio di sé, con i suoi vocalizzi operistici, in “Dark Love Empress”, mentre vira su un power/gothic alla Epica “For Victory”. Un folk metal più celtico e positivo per “Varangians”; briosa anche “Serkland”, mentre “Break into the Sky of Aeon”, con la quale Harald ascende al Valhalla, è per converso molto pesante e gotica. La lunga suite nonché titletrack ha le atmosfere (e finanche il titolo!) giusto per essere parte della colonna sonora di “Vikings”, ed effettivamente gode di notevoli aperture cinematografiche; insomma, se non giudicate questo disco dalla (brutta, ahimè) copertina, direi che lo apprezzerete quanto ho fatto io. Una epopea di 64 minuti per tutti coloro che amano il symphonic metal!
(René Urkus) Voto: 8/10