(Funeral Rain) Duo inglese che debutta con un album fatto di atmosfere gotiche, metal necrotico, dark polveroso e doom malinconico. L’apice creativo di Herod e Attila – il primo chitarrista e bassista, il secondo voce, tastiere e drum machine- offrono il loro zenith creativo attraverso “Provident Hymn/Malediction”. La prima parte è una intro, munita di corale e organo che fa molto elegia pastorale inglese, salvo poi cedere il passo al brano vero e proprio che irrompe con distorsioni metal, mentre l’inno prima citato spesso si riaffaccia. L’altro splendore stilistico è “Coventry Carol”, magnifica sintesi tra cantato in screaming, voci cupe, distorsioni rabbiose oppure elaborate; il tutto viene canalizzato in quello che appare come un doom cimiteriale e perfetto per un funerale eccentrico. Non mancano altre canzoni d’interesse, come “Bullshit Acres”, con il suo necro black metal, “Defecate”, doom triste e lacerato. “Stab Me” si distingue per uno spirito gotico e maledetto, lancia la percezione di entrare in una casa dal pavimento con assi scricchiolanti, mentre si ode un pianoforte che pesta accordi sinistri, mentre di sopra giungono le voci dei morti, i sussurri degli spettri e le raffiche delle sei corde. Questo lavoro dei Legions of Crows è interessante e ben prodotto.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10