(My Kingdom Music) Provengono da Reggio Calabria, nel loro monicker omaggiano fumetti e serie animate di culto, e sono al debutto assoluto: i Lenore S. Fingers, nonostante la giovanissima età (19 anni!) della loro front singer, hanno tutte le carte in regola per giocarsela alla pari sul mercato gothic metal. Vediamo allora le tracce principali di questo “Inner Tales”. “The last Dawn” ha toni leggeri, ‘piacevolmente’ decadenti e malinconici fino al finale, quando la strumentazione elettrica si fa totalizzante, andando a ricordare le progressioni degli ultimi Anathema. “Song to Eros” ha addirittura qualche passaggio alla Enya, pur perfettamente inserito in una struttura gothic/symphonic che in altri momenti fa pensare agli Edenbridge; “Victoria” contiene invece un intermezzo che mi ha riportato alla memoria la bellezza degli Antimatter (ma c’è ancora qualcosa di ‘anathemiano’, direi epoca “A natural Disaster”). Godibile anche lo sviluppo di “The Path of Loss”, mentre “Doom” mi sembra un tributo ai primi Lacuna Coil, quelli precedenti alla svolta commerciale. Con i toni acustici di “An aching Soul”, affascinante outro, si chiude un album che ha forse il suo principale difetto nell’essere troppo breve. In ogni caso, chi ama queste sonorità relativamente leggere per un metallaro, che credo piaceranno soprattutto ai giovanissimi e ai nostalgici del gothic prima maniera, può farsi avanti con sicurezza.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10