(Autoproduzione) Con il terzo capitolo di questa trilogia, il mastermind Hazard si spinge oltre. L’idea di base espressa già nei due album precedenti (qui e qui) è sinfonia, è orchestra con dettagli ed elementi metal, non il contrario. Un lavoro di composizione complesso, il quale non segue la regola ‘riff+ritmo+cantato e aggiunge sinfoniche’ ma, al contrario, crea uno scenario teatrale basato esclusivamente su musica sinfonica arricchita da varie voci d’opera, Otto canti, otto lavori scenografici e coinvolgenti, tanto oscuri quanto magistrali, prodotti in maniera eccellente con l’ausilio di oltre cinque voci: quella del mastermind, i due soprano Marfa Khovansky e Melitza Torres (Liliumdust, ex Mandoble), voci infantili drammaticamente inquietanti e due voci di derivazione metal, ovvero quella di Vaerohn (Pensées Nocturnes) e di Göran Setitus (Svartghast, ex-Setherial)… oltre che le voci appartenenti ai poderosi cori. Come gli altri, “Livre Troisième” è un lavoro nel quale lasciarsi andare… senza cercare il groove, il ritornello, la componente catchy. Questa è sostanzialmente musica classica, musica d’opera, musica nella quale qualsivoglia componente ‘metal’ è usata come strumento d’accompagnamento per accentuare l’espressività e non come elemento dominante; serve una certa apertura mentale, nonché una sete di cultura musicale per affrontare con piacere “Livre Troisième”… ma per gli eletti che sono in grado di compiere questo passo, il godimento generato è sublime, intimo e maledettamente oscuro.
(Luca Zakk) Voto: 9/10