(AFM Records) Anche se poco noti in Italia e comunque non certamente chiaramente classificabili in qualche sotto genere del metal, i tedeschi Letzte Instanz sono una bestia molto interessante, decisamente unica, in circolazione dalla metà degli anni ’90 e con all’attivo -questo compreso- ben quattordici album. Per quanto il loro genere sia stranamente etichettato come ‘Brachialromantik’ (‘romanticismo brachiale’, ndr), il loro rock oscuro, un po’ gotico e dalle palesi tendenze sinfoniche, è caratterizzato dalla presenza stabile in line up di violino e violoncello, strumenti qui essenziali, non certo di contorno, tanto che i brani nascono proprio per essere suonati da questi strumenti, assieme a quelli convenzionali (chitarra, basso e batteria). Un album farcito di brani catchy, intensi, coinvolgenti; brani con riff rock potentissimi resi gloriosi dagli archi, tetri dalle linee vocali dark/goth, rigorosamente con testi in lingua madre. Similitudini con il symphonic metal mischiato ai Rammstein con la favolosa title track in apertura, pulsante e travolgente “Entzündet Die Feuer”, più heavy ”Du Bist Nicht Verloren”. Molto intensa la ballad “In Deiner Spur”, sognante “Retter Der Träume”, malinconica “Meine Welt”, estremamente seducente ”Fels In Der Brandung”. Oscura e molto profonda “Bis Zum Letzten Tag”, grintosa la conclusiva “Zeig Uns Dein Licht”. Offrendo una favolosa esperienza di ascolto, “Ehrenwort” è un album che in questi tempi di divisione e di pensiero binario, parla di armonia, parla di amicizia, di unione, di speranza, di coesione e senso comunitario. Non sono argomenti leggeri: in un mondo che ci divide, che ci costringe a scegliere tra bianco e nero, tra giorno e notte, gli Letzte Instanz apprezzano quello che sta nel mezzo, dichiarando, urlando il loro punto di vista, verso quella ricerca della pace interiore e del piacere di vivere. Nel farlo, giurano, ci metto lo la faccia, quella “Ehrenwort”, quella parola d’onore vincolante.
(Luca Zakk) Voto: 9/10