(Nebular Carcoma/Bile Noire) Leviathan, atto secondo. Leggasi ‘quasi capolavoro’… Il disco degli svedesi è un concentrato di atmosfera, messo in musica con la ‘scusa’ di un black elegante e di classe, in cui l’ascoltatore si sente catapultato in un inferno sonoro corrotto e bizzarro, fatto di suoni cupi e rallentati, suoni alterati e siderali che spingono verso universi sonori altrimenti insondabili. Qui la struttura canzone si perde, viene assorbita dal generale mood di disperazione e solitudine. Questo suonano i Leviathan, il cui nome risulta ora più che mai azzeccato, in un generale controllo totale della strumentazione. Pochi dischi sono per pochi, e questo è uno dei pochi…
(Enrico Medoacus) Voto: 9/10